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giubileoDirige con brillanti risultati il Sir, l’ agenzia di informazione dei vescovi cattolici italiani: parliamo di Mimmo  Delle Foglie, un passato come caporedattore centrale alla Gazzetta del Mezzogiorno, poi vicedirettore di Avvenire ed ora al Sir. A lui chiediamo come l’ autorevole agenzia segue e copre il Giubileo in corso.

Dottor Delle Foglie, quale angolazione editoriale avete scelto per seguire il Giubileo  e in che modo lo raccontate?

” Facendo del giornalismo. Diciamo subito che la prima cosa che da sempre si chiede ad una agenzia di stampa è la correttezza, la imparzialità e soprattutto la tempestività nel dare le notizie, accertando con scrupolo le fonti. Bisogna stare sulla notizia. Noi abbiamo un grande bacino di utenza fatto dalle diocesi, e da molti settimanali diocesani e locali, oltre che nazionali. Pertanto abbiamo una grande responsabilità. Ma andiamo al Giubileo”.

Ecco, appunto…

” Lo affrontiamo con il consueto impegno sapendo certamente che è un evento straordinario che richiede  tanta fatica “.

In che direzione andate?

” Coprendo le notizie con la solita cura. Ovviamente, abbiamo scelto di  seguire con maggior enfasi le aperture delle Porte Sante Diocesane, visto che si tratta, ed è un evento storico, del primo Giubileo decentralizzato e  a tema, In questa ottica, ci è parso corretto premiare con una maggior presenza, l’apertura delle Porte Sante in quelle zone e diocesi nelle quali i cristiani sono minoritari o perseguitati, o nelle diocesi povere, quelle della periferia, oppure  le Porte Sante di carceri e di luoghi di aiuto per poveri seguendo la direzione solcata dal Papa, della Chiesa in uscita”.

Che cosa ha di particolare questo Giubileo?

” Le dicevo della sua straordinarietà per essere il primo nella storia della Chiesa aperto a livello diocesano, nella ottica del Papa di una Chiesa di popolo maggiormente presente nelle periferie . Poi la vicinanza alla persone sofferenti, emarginate, nella piena aderenza alla misericordia.  Lo reputo un evento di enorme portata non solo mediatica, ma spirituale e storica. E certamente richiede  fatica a livello giornalistico”.

Infine. Lei avrebbe pubblicato nel recente passato i libri di Nuzzi e Fittipaldi?

” Io no.  Però,  ci sta libertà di stampa, auguri, facciano pure e ne scrivano anche altri. Ma siccome i libri producono ricchezza con i diritti di autore, almeno non mi vengano a dire che sono figli della volontà di aiutare la Chiesa. Rispondono ad una legittima, ma spregiudicata e ricca operazione editoriale. Aggiungo,  che se i fatti denunciati sono veri, bisogna avere tolleranza zero con chi nella Chiesa sia un profittatore o malversatore”.

Bruno Volpe

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