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tosatti«“Grande è la confusione sotto il cielo”», dice il “decano” dei vaticanisti italiani, Marco Tosatti, in una recentissima intervista, riferendosi all’attuale situazione della Chiesa. Tosatti ricorda di essere «stato il primo a raccontare come, già nel 2014, si stesse organizzando tutto per arrivare a quello che poi è stato il risultato finale [del Sinodo sulla famiglia]. Ma penso che i gestori di questa operazione avessero sottovalutato l’ampiezza e la profondità della resistenza al loro piano. Però già allora era previsto che l’esito sarebbe stato un documento ambiguo…Uno dei mastri burattinai ne parlò, secondo me imprudentemente, durante una cena davanti a molti estranei. Qualcuno, presente, me lo riferì».

A proposito della “Mafia di San Gallo”, il gruppi di prelati e cardinali che, pochissimi giorni prima del conclave del 2013, hanno indicato extra omnes l’elezione del cardinal Bergoglio, Tosatti dice: «dobbiamo distinguere due fatti. Il primo è quello di cui parla nel suo libro il cardinale belga Danneels, grande amico e consigliere del Pontefice; e mi permetto di aggiungere, in maniera irriverente, uno dei non pochi punti interrogativi umani di questo regno, visto il passato del porporato. Dalla presentazione del libro, si evince che l’elezione di Jorge Bergoglio è stata il frutto di riunioni segrete che cardinali e vescovi, organizzati da Carlo Maria Martini, hanno tenuto per anni a San Gallo, in Svizzera. Lo sostengono gli autori Jürgen Mettepenningen et Karim Schelkens; Danneels, secondo gli autori, avrebbe lavorato per anni a preparare l’elezione di papa Francesco, avvenuta nel 2013. Egli stesso d’altronde, in un video registrato durante la presentazione del libro a Bruxelles ammette di aver fatto parte di un club segreto di cardinali che si opponevano Joseph Ratzinger. Ridendo, lo definisce “un club mafia e portava il nome di San Gallo”. Oltre a Danneels e Martini, del gruppo secondo il libro facevano parte il vescovo olandese Adriaan Van Luyn, i cardinali tedeschi Walter Kasper e Karl Lehman, il cardinale italiano Achille Silvestrini e quello britannico Basil Hume, oltre ad altri. Scriveva il giornale belga Le Vif: “Il 13 marzo 2013 una vecchia conoscenza era al fianco del nuovo papa Francesco: Godfried Danneels. Ufficialmente, era là in quanto decano dei cardinali-preti, ma in realtà ha operato per degli anni come creatore di re discreto”. Già nel precedente Conclave Bergoglio era stato votato, e molto, in opposizione a Ratzinger. Ora che Bergoglio forse avesse sentore che sarebbe stato di nuovo proposto è possibile, e anche in una certa misura plausibile; non penso però che sia possibile affermare con tutta la sicurezza e l’evidenza che il caso richiede che si possa sollevare un problema di legittimità dell’elezione, anche se certamente si può pensare che il confine fosse molto vicino».

A proposito dell’Amoris Laetitia e del capitolo VIII, Tosatti si chiede se «è possibile capovolgere il magistero secolare della Chiesa, e in particolare quello dei due papi precedenti, che all’argomento avevano dedicato tempo, studio e preghiera, con una noticina a piè di pagina?». Poi aggiunge: «la forma è sostanza, anche in questo caso. Se releghi in una noticina una possibile svolta clamorosa vuol dire che o non sei sicuro del terreno su cui ti avventuri, o hai timore delle conseguenze. E quello che i napoletani dicono: aumm aumm…Personalmente, vedendo le cose da laico, mi sembra che l’autorevolezza del Magistero ne venga sminuita. Da giornalista: se l’Amoris Laetitia fosse l’articolo scritto da un collega alle prime armi, gli direi: che senso ha nascondere la notizia in due righine in fondo? Se vuoi dire una cosa, devi dirla forte e chiaro».

Infine, sui cinque “Dubia” dei quattro cardinali Brandmuller, Burke, Caffarra e Meisner rivolti al Papa, Tosatti ritiene che Francesco «si trovi in un’impasse. Da ignorante, facendo teologia da bar, direi questo. Se dice che chi è in un secondo rapporto coniugale mentre il primo, per la Chiesa, è ancora valido, può fare la comunione, corre il rischio di avallare un peccato mortale. O addirittura di esortare a compierlo. Il che per un papa è certamente singolare. Se sconfessa la noticina dell’Amoris Laetitia che figura ci fa? Specialmente dopo che Kasper, Schoenborn e compagnia cantante hanno intonato peana alla rivoluzione!».

Adam Loon Otter

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