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luciano-moggi-2011“Con la Juve ho fatto un piccolo dispetto a Bergoglio”. Lo dice con la solita voce sorniona Luciano Moggi, con il quale parliamo del suo rapporto con la fede.

La ha aiutata in questi anni difficili?

“Io non voglio recitare la parte della vittima, ma dico che la fiducia in Dio mi ha supportato ed anche molto. La certezza che il Signore non ci abandona mai mi ha dato forza e conforto, anche quando tutto sembrava cadere e chi ti voleva bene nei momenti del successo, si allontanava”.

Si è domandato, “perchè proprio a me”?

” Certo, me lo sono domandato, ma non ho trovato una risposta ad un quesito che va oltre le mie capacità. Ho domandato: Signore che vuoi da me, che cosa significa tutto  questo?”.

Alla fine le vicende giudiziarie si sono concluse in una bolla di sapone…

“I fatti hanno dimostrato le tante falsità. Piuttosto penso alla mia famiglia che ha vissuto giorni di pena. Poi ricordo che nei momenti più pericolosi dovevo rientrando a casa, mascherare l’ ansia facendo il volto gioioso per non destare preoccupazioni”.

Lei, appunto, è credente. Da Ratzinger a Bergoglio, che cosa è cambiato?

” Bergoglio è una esplosione sudamericana di allegria e forse popolarità. Ratzinger  l’ opposto, ma molto serio e preparato. La Chiesa avrebbe bisogno di tutti e due. Magari un Bergoglio con la preparazione dottrinale di Ratzinger. Bisogna dirlo che Bergoglio  non ha quel bagaglio teologico e di sopraffina cultura del tedesco”.

Conosce Bergoglio?

“Da Papa no. Lo ho conosciuto da cardinale a Buenos Aires durante una tournè della Juventus ed ho fatto con la Juve uno scherzetto a Bergoglio. Vincemmo uno a zero contro il San Lorezno e Bergoglio era allo stadio. Tifava per la sua squadra e alla fine mi resi conto che non la aveva presa bene”.

Campionato italiano di A. Chi lo vince?

“Penso la Roma che mi sembra la più forte e non per il Giubileo. Poi attenzione al Napoli che lotterà per il titolo. Bene l’ Inter, mentre la Juve deve rifare il ciclo. Non credo alla Fiorentina. Comunque non mi pare un grande campionato, livellato in basso”.

Bruno Volpe

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