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Con una recente e controversa sentenza, la Cassazione ha deciso che coltivare in casa piantine di  cannabis non è reato. Varie le reazioni, tra le quali quella del dottor Nicola Gratteri, autorevole Magistrato il quale ha ribadito il valore negativo della cannabis. Abbiamo intervistato il noto psichiatra professor Paolo Crepet.

Professor Crepet, si trova d’accordo con le perplessità del dottor Gratteri?

“Condivido la sua posizione molto saggia. Senza scivolare in posizioni moraliste, credo che la sentenza della Cassazione, che non condivido, sia diseducativa e lancia messaggi pericolosi”.

Possibile dire da un punto di vista medico che una modica dose di cannabis non crea problemi?

“Assolutamente no e non esiste alcuna letteratura scientifica in grado di affermarlo. Anzi nel modo più categorico  dico che la cannabis mai e poi mai è senza danni alla salute, in qualsivoglia quantità. Ho avuto pazienti che anche per uno spinello hanno risentito gravi conseguenze. Pertanto dire che modiche quantità non causano conseguenze o sono prive di rischio alla salute è una sciocchezza. Senza violare ovviamente il segreto professionale ho avuto in cura un ragazzo che ha fatto uso saltuario di cannabis associata poi ad alcol e ha risentito di questo in modo davvero molto serio”.

Perché dunque il dottor Gratteri per lei ha detto cose sensate?

“Intanto per la stima che ne ho.  In secondo luogo da un punto di vista rigorosamente medico. Aggiungo che la droga è una miniera di oro per la mafia e i criminali. Gratteri si occupa egregiamente e con competenza di questo tema. La mafia fa affaroni con la droga”.

Corretta  la distinzione tra droghe leggere e pesanti?

“Anche questa è una stupidata medica e di natura educativa.  Fatelo dire a me che sin dal 76 me ne occupo. Certamente esiste una differenza tra droghe, come quella tra birra e vino primitivo di Manduria, ma sono sostanze che fanno tutte male. Bisogna avere la forza ed il coraggio di dire apertamente basta, basta col buonismo del cavolo (nel testo originale usa espressione molto più colorita). Invece di indulgere  e far finta di nulla aiutiamo concretamente i ragazzi a  crescere, maturare, trovare un lavoro, diventare uomini. Aggiungo che non solo i ragazzi si drogano”.

Da che cosa dipende questo uso della droga?

“Le ragioni sono molteplici. Ci metto la solitudine esistenziale, la noia, la carenza di stimoli. Oggi esiste una notevole emergenza educativa, anche nelle famiglie dove spesso i genitori vengono meno al loro compito, latita il senso di autorità, la libertà è male intesa, come assenza di valori e di scelta tra bene e male. Negli adulti a volte tocchiamo con mano un infantile giovanilismo che non porta da nessuna parte e  altre agenzie educative come la scuola e la stessa Chiesa sono in affanno”.

La fede  e le preghiere possono aiutare?

“Aiutano chi davvero ci crede”.

Bruno Volpe

6 pensiero su “Lo psichiatra Crepet: “basta col buonismo del cavolo sulle droghe. Fanno tutte male””
  1. Sono d’accordo con lo psichiatra Crepet, anche “il fumo” sia di Cannabis indica,sia quello a panetti color marrone;fanno male e secondo me,il passaggio a droghe pesanti è breve, allo stesso modo si comincia con due-tre sigarette al giorno e poi si arrriva a quattro pacchetti. Io dico tu sei sano e ti droghi,io sono malato e sono costretto a prendere psicofarmaci,che per l’amor di Dio meno male che ci sono,un tempo c’era l’elettroshoch e farmaci meno sofisticati.Mi fermo altrimenti rischio di parlare assai,e antipatico.

  2. Un ringraziamento va al dott. Luigino Pisani e alla psicologa Elena Diurno;poi alla dott.Ledea Picciani,alla dott Chiurco,che mi hanno preso dalle cime dei capelli al Reparto di Psichiatria dell’Ospedale di Corigliano Calabro “Guido Compagna” ringrazio gli infermieri. Un elogio a parte merita il dott. Fedele DeNovellis, che mi sta curando da tantissimi anni c/o il Centro di Salute Mentale dello Scalo di Corigliano adesso e a Schiavonea prima. Un ringraziamento al dott.psicologo Antonio Gioiello e all’assistente sociale dott.Grazia Vulcano che hanno permesso di farci fare Terapia di Gruppo.

  3. Mi scuso se, purtroppo, devo contraddire Lo psichiatra Crepet e tutti quelli che sparlano della cannabis, in quanto di letteratura scientifica sulla cannabis ne abbiamo tantissima. Il dott. Veronesi lo consigliava per il cancro, in california viene usata per disintossicarsi dall’eroina e cocaina, viene utilizzata in tantissime parti del mondo, italia compresa, per il parkinson,ansia, depressione, antinfiammatori, SLA, dolori cronici. Quando smetti la terapia non si va in astinenza come le altre droghe, però per il dolore le ASL dispensano medicinali a base di oppio che lascia la dipendenza. Non si parla mai del vino, un bicchiere di vino rosso in una donna le dà la possibilità di tumore al seno molto alto se vi è predisposizione, dimenticavo sull’alcool lo stato ha un ritorno economico, e che dire delle sigarette normali e le svapo? Non vengono ritirati dal commercio perchè lo stato ha il suo ritorno economico, ma crea dipendenza e svariate malattie, ma si continua a vendere. Signor direttore Ippolito le faccio una richiesta, mi metta in contatto con Lo psichiatra Crepet, lo metto in contatto con la mia psichiatra che mi cura con cannabis terapeutica, sto molto meglio, non prendo più medicinali che mi rovinavano il fegato, confido in un suo aiuto. Grazie

  4. Completamente d’accordo con Crepet e il magistrato Gratteri, da insegnante a fine carriera ho visto e vedo il “vuoto” culturale, umano e valoriale delle nuove generazioni. Anche in chi si “impegna” la fedeltà a tale proposito è effimero. E devo dire, grazie all’ educazione rigida in casa ma misericordiosa nella Chiesa, sono amata dai miei studenti, una grossa consolazione, ma x loro vedo un futuro difficile tra fragilità e precarietà.

  5. La verità e’ che il problema delle droghe nessuno vuole risolverlo veramente. E’ vero, le droghe fanno tutte male, ma questo impedisce alla gente di assumerle? No… Con il proibizionismo (come con l’alcool negli Usa) si e’ sradicato il problema? No… Eppure lo Stato ha investito tanto e continua ad investire tanto.. Risultato? Le mafie sono sempre piu’ ricche e dispongono di capitali immensi. Cosa fare? Il tossicodipendente deve essere considerato come un malato. Deve poter assumere la sostanza presso le Asl, in modo legale e controllato, con un percorso che lo porta alla disintossicazione ed al recupero. La differenza e’ che per comprare la dose non deve commettere reati ed i soldi non vanno alle mafie, ma alle Asl. Il tossicod. paghera’ il ticket (costo reale dei farmaci o della dose). A quel punto crollerebbe lo spaccio e tutti i reati connessi. Le mafie si vedrebbero azzerati gli enormi introiti e un complessivo crollo dei reati. Recupero del personale impiegato (Polizia, CC e Finanza) che verrebbe impiegato per controllo del territorio, crollo delle spese per le intercettazioni e del personale impiegato per le inchieste (settore giudiziario) > meno fascicoli e velocizzazione della giustizia. Non essendoci piu’ spaccio si svuotano anche le carceri. Quindi tutto questo perche’ non si realizza? Perche’ e’ immorale? Ma per favore… E’ inutile continuare con questa lotta alle droghe, tanto non si sradichera’ mai il problema.

  6. A me ha fatto sempre specie la lotta continua alle sigarette e il buonismo verso la cannabis…evidentemente, a confronto, la sigaretta instupidisce troppo poco!

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