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Il professor Boscia, presidente dell'Amci.
Il professor Boscia, presidente dell’Amci.

“Testamento biologico, proposta di legge malvagia e piena di malizia, quanta ostilità alla vita.” Lo dice con chiarezza in questa intervista che ci ha rilasciato il  noto ginecologo barese, professor Filippo Maria Boscia, luminare di ginecologia e Presidente Nazionale dell’Associazione Medici Cattolici, sulla proposta di legge  del  testamento biologico in programma alla Camera dei Deputati il prossimo 30 Gennaio.

Professor Boscia, che valutazione attribuisce a questa proposta?

” Da bocciare,  non la condivido, sia da medico che da cattolico. Ritengo che tale proposta, visti i tanti emendamenti, non troverà strada agevole. Penso che sia l’anticamera o il cavallo di Troia, ammantato da falsa pietà, per fare entrare nel nostro ordinamento normative ancora più ostili al senso e al rispetto della vita”.

Lei parla di ostilità alla vita, perchè?

” Certamente, viviamo in un clima sociale e  culturale che va contro la sacralità della vita umana che è tale dal momento del concepimento sino al suo termine naturale. La proposta di legge è, al contrario, malvagia ed anche piena di malizia, condanna alla morte, avalla la cultura dello scarto denunciata dal Papa, chi è debole, indifeso, e non più in grado di produrre. Oggi vengono declamati per diritti o conquiste sociali cose che assolutamente  non lo sono e penso all’ aborto, alla sessualità disordinata e irresponsabile, alla pillola del giorno dopo, alla eterologa. Questi non sono avanzamenti, ma  barbarie”.

E i cattolici impegnati in politica che cosa fanno?

” Qui viene una nota dolente. Mi domando: abbiamo ancora cattolici che si fammo sentire e danno  testimonianza in politica e nel Parlamento? Io ne conto molto pochi . Tanti di loro che si dichiarano credenti, votano o hanno votato leggi che vanno contro i principi cristiani, magari per quieto vivere o per  interesse partitico e di poltrona”.

Che cosa, da medico, non la convince in questa proposta?

” Tante cose, direi la  totalità , ma su tutte ne indicherei due cose. La prima è questa. Se da me medico, in ospedale, viene un malato gravissimo  alla fine dei suoi giorni, io non posso  negargli la idratazione o l’ alimentazione. Da medico dico che in ospedale nessuno deve negare acqua  e alimenti, se poi il malato è a casa sua si regoli e si regolino come credono. Inoltre..”.

Inoltre?

” In questa proposta non è neppure garantita al medico la giusta obiezione di coscienza e viene data la massima esaltazione alla autodeterminazione del paziente a morire.  Faccio una domanda. Se una persona vuole buttarsi dal settimo piano,  i pompieri che cosa fanno? Aspettano la sua decisione o intervengono per  evitare il peggio? Io in ospedale, ho il dovere di attuare i trattamenti compassionevoli  anche per il malato terminale,ovviamente sempre in modo corretto, proporzionato e proporzionale alla situazione concreta.  Le ripeto, che questa proposta è viziata dalla cultura della morte e dal disprezzo per la vita umana”.

Bruno Volpe

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