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La via Crucis è il segno più grande dell’amore di Dio per ogni uomo. Gesù si è sacrificato per noi, perché ci vuole bene. Chi ci ama così? “Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (cf. Gv. 15, 13). Cristo Signore ha sopportato una così grande prova perché la nostra vita potesse essere piena di gioia. L’amicizia di Gesù è la cosa più bella che si possa scoprire. Gesù è risorto, e ogni giorno è al nostro fianco. Il Papa emerito, Benedetto XVI, nella Lettera Enciclica Spe Salvi scrive: «Gesù non è un ricordo del passato, ma una persona che vive con noi e in noi, e con lui possiamo fare nuove tutte le cose».

Attraverso questo libretto della Via crucis, a cura di don Lucio D’Abbraccio con prefazione di Sua Eccellenza Rev.ma Mons José Rdríguez Carballo, Arcivescovo Segretario della Congregazione degli Istituti di vita consacrata e Società di vita apostolica, ripercorriamo la grande sofferenza del Signore che per amore nostro e per obbedienza al Padre suo e Padre nostro ha accettato le più dolorose sofferenze senza mai lamentarsi. Il Signore non ha rifiutato di portare la Croce. Come non l’ha rifiutata san Pio da Pietrelcina. In questo sussidio liturgico riviviamo, attraverso gli scritti del santo frate cappuccino, i misteri della Passione di Cristo, che lui stesso meditava e soprattutto portava e viveva nel suo corpo per mezzo delle stimmate, privilegio che il Signore Gesù aveva concesso anche al Serafico Padre Francesco, di cui era degno figlio.

Questo libretto, che può essere usato per una Via Crucis personale o comunitaria, rispetta le tradizionali stazioni della Via Crucis, con l’aggiunta della quindicesima dedicata alla Risurrezione. Ogni stazione è composta da quattro parti: lettura biblica, meditazione (sono state inserite, come meditazioni, stralci di lettere tratte dall’epistolario di San Pio da Pietrelcina), invocazione e preghiera.

Papa Francesco, nella sua omelia mattutina a Casa Santa Marta, l’8 marzo 2014, ha detto che: “non esiste un cristianesimo senza Croce e non esiste una Croce senza Gesù Cristo”. Il cuore della salvezza di Dio, ha detto ancora, “è il suo Figlio, che prese su di Lui tutti i nostri peccati, le nostre superbie, le nostre sicurezze, le nostre vanità, le nostre voglie di diventare come Dio”. Per questo, ha ammonito, “un cristiano che non sa gloriarsi in Cristo crocifisso non ha capito cosa significa essere cristiano”. Questo – ha affermato Papa Francesco – è il mistero della Croce. La croce, dunque è il mistero dell’amore di Dio che umilia se stesso, si fa niente. Attraverso la croce il mondo è stato redento e i nostri peccati sono stati perdonati. Il perdono che ci dà Dio sono le piaghe del suo Figlio sulla Croce, innalzato sulla Croce. Che Lui ci attiri verso di Lui e che noi ci lasciamo guarire”.

Gesù sulla croce, dunque, ci ha dato il modello con cui affrontare ogni difficoltà, sofferenza, malattia, umiliazione e avvenimento negativo. Le braccia di Gesù in croce, possiamo dire, che si stendono verso l’immigrato, l’ammalato, lo straniero, l’uomo sfruttato ed umiliato, rivelando il volto di un Dio che si incarna e dona se stesso per l’uomo di ogni tempo. Dunque, Padre Pio, il santo frate stimmatizzato, aveva capito benissimo che senza la croce, senza la sofferenza, non poteva essere un vero cristiano. Per questo l’ha portata ogni giorno offrendo tutte le sue sofferenze, la sua malattia, le umiliazioni subite, per la salvezza e la conversione dei peccatori.

Si può dire che tutta l’esistenza di San Pio da Pietrelcina è stata una grande e lunga Via Crucis. Tanto è vero che il 20 febbraio 1971, ad appena tre anni dalla sua morte, il Papa san Papa Paolo VI, in un discorso ai Frati Cappuccini, ricevuti in udienza al termine del Capitolo Generale dell’Ordine, disse di lui: “Guardate che fama ha avuto, che clientela mondiale ha adunato intorno a sé! Ma perché? Forse perché era un filosofo? Perché era un sapiente? Perché aveva mezzi a disposizione? Perché diceva la Messa umilmente, confessava dal mattino alla sera, ed era, difficile a dire, rappresentante stampato delle stimmate di Nostro Signore. Era un uomo di preghiera e di sofferenza”.

L’affermazione, pronunciata a braccio dal Sommo Pontefice, sintetizza e descrive la figura di San Pio come un frate semplice, umile, sofferente, di preghiera, innamorato di Cristo e della Madonna, sempre obbediente verso i Superiori. Queste caratteristiche hanno reso straordinario e grande questo santo uomo, figlio del Serafico Padre Francesco.

Questo libretto, dunque, è un gesto di sincera venerazione e devozione verso questo santo uomo di Dio. Alla luce del suo mirabile insegnamento, ogni Via Crucis non termina mai con il buio del sepolcro, ma si proietta nella nostra ultima meta: la casa del Padre, dove Gesù Risorto ci attende e, dove tutti siamo invitati ad entrare come figli e fratelli.

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