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Moraglia
Il patriarca di Venezia, monsignor Moraglia.

Con una lettera, firmata da tutti i vescovi del Veneto, vale a dire il Patriarca di Venezia monsignor Francesco Moraglia, i vescovi Lucio Soravito de Franceschi (Adria-Rovigo), Giuseppe Andrich (Belluno-Feltre), Adriano Tessarollo (Chioggia), Giuseppe Pellegrini (Concordia-Pordenone), Claudio Cipolla (Padova), Gianfranco Agostino Gardin (Treviso), Giuseppe Zenti (Verona), Beniamino Pizziol (Vicenza), Corrado Pizziolo (Vittorio Veneto), i deputati e senatori eletti nella Regione Veneto sono stati sollecitati ad occuparsi della questione delle scuole paritarie.

Scrivono i vescovi che la situazione della «ridottissima previsione di spesa e di investimenti» e «delle paventate ulteriori diminuzioni di finanziamenti da parte degli Enti locali» sono particolarmente gravi e mostrano la loro preoccupazione «per la sussistenza e il futuro delle scuole paritarie e della formazione professionale», «realtà, a pieno titolo, “pubbliche” e quindi aperte a tutti». I vescovi denunciano le «difficoltà che attanagliano le scuole paritarie e che sta già costringendo alla chiusura parecchie strutture scolastiche della nostra Regione».

In Veneto due bambini su tre frequentano le scuole paritarie dell’infanzia. Se dovessero chiudere le scuole paritarie la situazione che si verrebbe a creare sarebbe gravissima anche per le scuole statali, come accadrebbe per la chiusura delle scuole paritarie che gestiscono la formazione professionale che, ricordano i vescovi, «continua a costituire un argine efficacissimo alla dispersione scolastica e un valido inserimento nel mondo del lavoro (oltre il 70% trova un posto entro 1 anno)».

I vescovi veneti non nascondono che «in media, uno studente delle scuole paritarie “costa” 10 volte di meno rispetto ad uno studente delle scuole statali. È questo un elemento non proprio secondario e, anzi, piuttosto significativo in modo particolare in tempi, come questi, nei quali si punta ad un efficace controllo della spesa per non disperdere le risorse pubbliche». E aggiungo che la scuola paritaria in Veneto rappresenta «una presenza viva e capillare, popolarissima e molto radicata sul territorio». Da qui l’appello dei vescovi ai politici: attivatevi «con urgenza e con decisione per non far mancare alle scuole paritarie e delle formazione professionale le risorse oggi più che mai necessarie e vitali per garantirne la sopravvivenza e l’esistenza futura, attuando così – finalmente! – la piena ed effettiva parità scolastica nonché il rispetto del diritto alla libertà di scelta educativa sancita dalla Costituzione italiana, attuata ormai in gran parte dell’Europa ed anche evidenziata, con i principi di solidarietà e sussidiarietà, dalla dottrina sociale della Chiesa». «Non è così difficile immaginare il disagio enorme – e il comprensibile risentimento – di famiglie che si trovassero prive dell’unico asilo nido o dell’unica scuola dell’infanzia presenti nel comune o nella frazione di residenza, come avviene in molti casi nel Veneto. Ci preoccupa molto anche il dramma della perdita di posti di lavoro tra gli insegnanti e il personale che opera in queste strutture». E concludono i vescovi: «Senza le scuole paritarie – lo possiamo affermare con sicurezza – il Veneto e il nostro Paese rischiano di perdere moltissimo: un pezzo della loro identità popolare e un tesoro autentico di bene comune per tutta la nostra gente».

Matteo Orlando

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