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IL VANGELO DEL GIORNO: giovedì 17 ottobre 2019 

S. Ignazio di Antiochia (m) 

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Il vangelo di oggi continua a sottolineare la libertà di Gesù nei confronti dei farisei e dei dottori della legge. Oggi in particolare il discorso di Gesù assume il tono della denuncia, affermando che Dio chiede conto del sangue sparso fin dalla creazione del mondo contro le persone, in particolare contro i profeti del Signore. E Gesù quì sembra essere molto esigente. Non per vivere e far vivere nei sensi di colpa, ma perché diventiamo liberi, nella responsabilità. Ma da dove ci viene la responsabilità? Pensiamoci bene: dalla fiducia! Più uno ci dà fiducia, più noi diamo fiducia, più l’altro diventa responsabile. Più qualcuno ci fa fiducia, più noi diventiamo responsabili. Perciò, se non entriamo nella fiducia reciproca, vuol dire che ancora viviamo con l’idea di un Dio giudice severo, che non si fida di noi e non ci permette di esistere per quello che siamo. Vedete, senza la fiducia di qualcuno che ci apre il cuore, restiamo tutti ingabbiati dentro un’immagine falsa di Dio e del Suo Regno. Perciò oggi chiediamo al Signore che possiamo essere noi per primi a dare fiducia a qualcuno, perchè quando non diamo fiducia, in realtà uccidiamo negli altri il desiderio di servire Dio e il Suo Regno. La fiducia allora è la chiave della scienza di cui parla oggi il vangelo, l’unica chiave di cui abbiamo bisogno per entrare noi e far entrare altri in relazione con Dio. Chi si considera unico vero interprete della relazione con Dio e non si fida di un altro, non è nella verità! E’ nell’inganno, come questi maestri della Legge, che si oppongono a Gesù e quindi chiudono ogni possibilità agli altri di entrare in relazione con Dio. Ecco, per intercessione di S.Ignazio di Antiochia, vescovo martire dei primi secoli del Cristianesimo, che ha scelto di morire pur di non rinnegare la verità dell’amore di Dio per cui è stato per tanti anni a servizio della Chiesa, chiediamo allo Spirito Santo che ci allontani da ogni durezza, da ogni orgoglio e ci renda capaci di dare fiducia, in modo da poter ricevere e la chiave della scienza e poter aprire la porta della fede e della gioia alle persone che oggi il Signore metterà sul nostro cammino. 

Lc 11, 47-54 

In quel tempo, il Signore disse: “Guai a voi, che costruite i sepolcri dei profeti, e i vostri padri li hanno uccisi. Così voi date testimonianza e approvazione alle opere dei vostri padri: essi li uccisero e voi costruite loro i sepolcri. Per questo la sapienza di Dio ha detto: Manderò a loro profeti e apostoli ed essi li uccideranno e perseguiteranno; perché sia chiesto conto a questa generazione del sangue di tutti i profeti, versato fin dall’inizio del mondo, dal sangue di Abele fino al sangue di Zaccaria, che fu ucciso tra l’altare e il santuario. Sì, vi dico, ne sarà chiesto conto a questa generazione. Guai a voi, dottori della legge, che avete tolto la chiave della scienza. Voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare l’avete impedito”. Quando fu uscito di là, gli scribi e i farisei cominciarono a trattarlo ostilmente e a farlo parlare su molti argomenti, tendendogli insidie, per sorprenderlo in qualche parola uscita dalla sua stessa bocca.

 

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