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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno

Versione audio

Versione testuale

IL VANGELO DEL GIORNO: venerdì 13 Settembre 2019

San Giovanni Crisostomo (m)

Il vangelo di oggi, nel contesto del vangelo di Luca, si presenta come una parabola rivolta agli animatori delle comunità cristiane che si considerano superiori agli altri, più sapienti. Ecco, Gesù afferma in modo chiaro che queste persone, anche se sono scelte per essare guida della comunità per la loro cultura e il loro sapere, in effetti, a causa del loro atteggiamento che porta all’esclusione degli altri e alla discriminazione, non possono essere in grado di guidare nessuno. Il Vangelo lo afferma: sono guide cieche, persone che di fatto, costringono gli altri a cadere e finiscono anche loro per cadere, prima o poi, insieme a tutta la comunità che dovrebbero guidare. Ma poiché ciascuno di noi è chiamato nella vita a prendere delle responsabilità e a guidare altri, possiamo dire che quello di oggi, è un invito che Gesù fa a tutti noi, ricordandoci di stare attenti a come ci mettiamo vicino agli altri. Quando stiamo vicino a un altro, generalemente, ci viene più naturale guardare l’altro che guardare noi stessi. La struttura del nostro corpo è proiettato all’esterno! Noi, con gli occhi, vediamo l’esterno, non l’interno. Eppure Gesù ci fa percepire che esiste un modo di guardare l’altro che ci mette in sintonia con l’interno, l’interiorità dell’altro. Un modo che parte da me, dalla mia relazione interiore col mondo esterno. Questo fonda la nostra capacità di metterci vicino all’altro per guidarlo, per portarlo verso la luce, verso verità profonda di se stesso, che è Dio. Ma comprendiamo anche che, per guardare l’altro dal profondo, cosa che non ci viene naturale, dobbiamo fare uno sforzo per liberare il cuore e la mente da ciò che ci impedisce di vedere l’altro per quello che è e non per quello che sentiamo, o che proviamo quando stiamo con lui (o lei). Certo, è importante stare bene e vivere bene il tempo che dedico a qualcuno, però ciò che fonda il dono della propria presenza per qualcuno è qualcosa di più profondo dell’emozione che provo. La relazione non è solo emozione! Ecco perché il desiderio di Gesù è quello di vederci impegnati nel vedere l’altro come un fratello! Se ci facciamo caso, per Gesù la trave non è mai nell’occhio del fratello: è sempre nel mio. Nell’occhio del fratello c’è sempre solo una pagliuzza, sono io che vedo la trave! E questo accade quando si è vicino all’altro o per complicità affettiva, o per convenienza, oppure anche solo per simpatia. Gesù allora oggi ci scuote dalle nostre comodità,  desidera liberarci da questo “star bene” con l’altro, che in realtà è un modo per restare nei nostri comodi e metterci sempre in atteggiamento di superiorità e giudizio verso gli altri. Mettiamoci allora vicino agli altri non per ricavare qualcosa da loro, non per diventare più bravi di chissà chi, non perché facendomi degli amici riesco ad avere una certa popolarità, ma semplicemente per vivere come fratelli e sorelle, per gustare la gioia di appartenere alla grande famiglia dei figli di Dio. Solo così potremmo essere guide di qualcuno: passando, come dice don Rosini, dallo stare avanti allo stare accanto. Un cambio di posizione, che però è anche, e soprattutto, un cambio di atteggiamento! Preghiamo allora oggi insieme a San Giovanni Crisostomo, che ricordiamo nella liturgia, detto “crisostomo” che sinifica “bocca d’oro” perchè dalla sua bocca uscivano le parole di Dio che incoraggiavano il popolo cristiano. Ecco, ci conceda questo grande santo della tradizione cristiana, di stare accanto ai nostri fratelli come ci insegna Gesù, con la luce della verità che ci illumina il cuore, e la dolcezza delle parole di Dio, così che il tempo che dedichiamo agli altri sia davvero un tempo prezioso, che costruisce fraternità e genera la speranza nei cuori.

Lc 6, 39-42

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: “Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutt’e due in una buca? Il discepolo non è da più del maestro; ma ognuno ben preparato sarà come il suo maestro. Perché guardi la pagliuzza che è nell’occhio del tuo fratello, e non t’accorgi della trave che è nel tuo? Come puoi dire al tuo fratello: Permetti che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio, mentre tu non vedi la trave che è nel tuo? Ipocrita, togli prima la trave dal tuo occhio e allora potrai vederci bene nel togliere la pagliuzza dall’occhio del tuo fratello”.

Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

La teologa Di Berardino gestito la pagina YouTube: https://www.youtube.com/channel/UCE_5qoPuQY7HPFA-gS9ad1g

Per contattarla scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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