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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO: domenica 14 Aprile 2019

Domenica delle palme

(Vangelo della Passione- Lc 22, 14-23-56)

Con la Celebrazione delle Palme si apre la grande Settimana Santa in cui vivremo la passione, morte e risurrezione del Signore. Il vangelo di questa domenica (che scelgo di non leggere, perché abbastanza lungo) ci fa entrare nel dinamismo che caratterizza questa settimana e che la tradizione della Chiesa definisce “santa”, cioè “separata”, separata dal tempo, anche se, per la liturgia, siamo comunque nel tempo di Quaresima fino alla celebrazione serale del Giovedì santo detta “messa in coena Domini” che ci introdurrà nel Triduo Santo. Da oggi, e in particolare nei giorni del Triduo Santo, ogni anno, quando vivremo le celebrazioni che ripercorrono le ultime ore di Gesù su questa terra e il suo passaggio al Padre e per tutto il tempo Pasquale, fino a Pentecoste, la Chiesa non celebra solo momenti importanti, ma riceve la sorgente stessa della vita. Siamo quindi introdotti da oggi, giorno dopo giorno, al cuore di tutto l’anno liturgico, al Mistero Pasquale che qualifica tutta la vita Cristiana, in qualsiasi tipo di vocazione specifica siamo chiamati a testimoniarla. Per questo oggi è importante celebrare la liturgia e ascoltare con attenzione e partecipazione il lungo Vangelo che ci viene proclamato. A differenza di altre celebrazioni domenicali, oggi la liturgia propone una doppia  narrazione del Vangelo. La prima parte, proclamata all’inizio della celebrazione, possibilmente fuori dalla Chiesa, introduce alla celebrazione dentro la Chiesa con una processione detta “delle palme” o “degli ulivi” (o di altri arbusti a seconda dei luoghi in cui la celebrazione viene svolta nelle diverse parti del mondo). L’altra narrazione, più lunga e anch’essa partecipata, è il racconto della Passione di Nostro Signore Gesù Cristo, proclamato nella messa, quest’anno tratto dal Vangelo secondo Luca. Nel Vangelo proclamato nella prima parte, che narra l’ingresso di Gesù in Gerusalemme, osserviamo Gesù che sceglie di entrare trionfalmente a Gerusalemme per la sua ultima Pasqua, pur sapendo che le acclamazioni della gente lo avrebbero portato alla morte. Interessante è che il Maestro entri trionfalmente nella Città Santa cavalcando un’asina, compiendo così la profezia che era stata data dal profeta Zaccaria 9,9  «Esulta, figlia di Sion! Fa sentire il tuo osanna, figlia di Gerusalemme! Ecco il tuo sovrano viene a te, umile, cavalcando un asinello, seduto su un puledro». Non si tratta quindi di un ingresso strategico, visto che sarà la causa della condanna a morte definitiva di Gesù, ma la rivelazione della profezia, la testimonianza autentica dell’identità messianica di Yeshua mi’Nazareth: il vero nuovo pastore d’Israele, Colui che porta dietro di sé un corteo trionfale fatto di gente semplice, di poveri, di donne e bambini che annunciano il compimento del Regno di Dio. E’ questa una festa singolare: quando Gesù passa, la gente, agitando delle palme, canta “Osanna! Benedetto colui che viene nel nome del Signore“. E sembra essere proprio questa festa, questa esultanza ad indispettire i farisei. E se i poveri e i piccoli che fanno corteo introno a Gesù non lo sanno, se neppure i discepoli lo sanno, Gesù sarà condannato a morte proprio a causa di quel corteo festivo. E Gesù lo sa! Eppure benedice la gioia innocente e ignara delle macchinazioni del Male. Anzi, richiede quella festa! Perché? Perché Gesù non guarda se stesso, non ci tiene al suo prestigio, ma prende a cuore la salvezza di quei figli che entrano nella gioia dei piccoli e dei semplici, una gioia che tanto dà fastidio ai benpensanti, che sconvolge il sistema atrofizzato delle strategie umane, che fa tremare le macchinazioni degli uomini di potere e svela gli inganni del Male. Gesù richiede la festa dei poveri e dei semplici, perché questa gioia è profezia del Regno di Dio! Nell’altro Vangelo che viene proclamato, il racconto della Passione di Gesù, siamo ancora di più chiamati a fissare l’attenzione su di Gesù, il Figlio di Dio. Il vangelo di Luca ci mostra come nelle contraddizioni vissute in quelle ultime ore della sua esistenza terrena, nella sofferenza, nel dolore, nel tradimento, nell’abbandono e nella morte, Gesù abbia scelto di mostrarci la via della vera gioia: la Sua Passione, morte e Risurrezione è la nostra gioia, percho ci fanno figli di Dio! Così l’evangelista Luca ci racconta l’ultima cena, l’arresto di Gesù, i due processi da Lui vissuti: quello ebraico e quello civile davanti a Pilato, la crocifissione, la morte e anche le vicende accadute subito dopo la morte di Gesù. Un lungo racconto, partecipato da tutti, che non vuole rattristarci, ma farci avvertire la gioia profonda che per ogni cristiano vive nel contemplare la Salvezza operata da Dio attraverso la Passione del Figlio di Dio che compie il Suo nome: Gesù, Yesuah, cioé Salvezza di Dio! Oggi, dunque, domenica delle palme, tutti i Cristiani del mondo sono introdotti al mistero del Dio che salva tutti gli uomini nella Pasqua di Cristo, vissuta insieme a Cristo, nella Chiesa. Preghiamo allora, oggi e in tutta questa santa settimana, per tutti i Cristiani del mondo e in particolare per tutti coloro che riceveranno il battesimo in questa Pasqua. Ho letto che negli Stati Uniti saranno oltre 30.000 i battezzati e solo nella diocesi di Atlanta sono 1280 i cristiani che verranno battezzati in questa notte Santa di Pasqua! Che gioia sapere che la vita di Cristo, nonostante tutto il male che ci circonda, continua a santificare la nostra terra! Uniamoci allora a Gesù! Uniamoci tutti, in questa Settimana Santa, nella preghiera perchè la vita di ogni credente e di ogni battezzato sia sempre di più segno di speranza per il futuro! Nel dono, nel sacrificio, nella fatica, non siamo soli: Cristo vive con noi, sempre! Viviamo questi giorni come un dono grande che Dio rinnova in noi, per mezzo della Sua Passione d’amore per noi e per tutti quelli che Dio ama. Buona domenica delle palme!

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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