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Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.

La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.

Ecco l’audio

Ecco il testo

IL VANGELO DEL GIORNO:  domenica 26 Maggio 2019

VI domenica di Pasqua
In questa VI domenica di Pasqua, il Vangelo ci prepara a percepire che la presenza viva e reale di Gesù Risorto in mezzo a noi si rivela a tutti i popoli della terra in modo nuovo, attraverso lo Spirito Santo, quindi in modo diverso, non più umano, ma sempre corporeo. Questo è qualcosa di misterioso per la comprensione umana, perciò Gesù prepara i suoi discepoli già prima della sua Passione a questa realtà dello Spirito Santo. E anche la Chiesa in questo tempo ci sta educando ad accogliere lo Spirito Santo, fino al giorno della Pentecoste. Da questa domenica apprendiamo una maniera di percepirlo in particolare attraverso meravigliosa frase del Vangelo di oggi: “Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui.” Innanzi tutto c’è la condizione dell’amore, che nasce sempre in una situazione di libertà: Gesù ci dice “se uno mi ama“, non è obbligatorio, è una possibilità che si può scegliere. Poi la frase continua con un verbo al futuro “osserverà la mia parola“, un verbo che nel testo greco richiama un atteggiamento non solo di obbedienza, come ci trasmette la traduzione, ma di custodia, di cura, di accoglienza del cuore. Ed è interessante che questo stesso verbo sia posto nel testo del Vangelo di Luca in riferimento a Maria, che “custodiva tutte queste cose nel suo cuore“. Chi ama Gesù ha l’atteggiamento di Maria: accoglie in sé, nel suo cuore la parola del Vangelo. Non che la rispetta, la tiene per sè, no! quì è nel senso che non la trascura, che “la prende a cuore”. E questo atteggiamento di Maria è opera dello Spirito Santo, perché il testo poi ci dice che lo Spirito Santo “ricorderà” le parole di Gesù. Tutti sappiamo che il ricordo, ce lo dice la parola, ha a che fare col cuore: si ricorda ciò che si ama o ciò che è in collegamento con chi si ama. Ecco, colui che ama Gesù accoglie le sue parole nel cuore e dal cuore le riporta ai fatti che determinano la sua vita. Questa è l’intelligenza spirituale, l’atteggiamento della Sapienza, la capacità di Maria che oggi possiamo accogliere in noi, per la predicazione di questo Vangelo. Poi, in questa frase, troviamo ancora un’altra particolarità: un intreccio di particelle grammaticali, come un pullulare di vita, che ci fanno riflettere. La frase dice “noi verremo a lui”, che letteralmente sarebbe “presso di lui” per indicare un rapporto di intimità e di amicizia, e poi “faremo dimora presso di lui“, che sarebbe meglio tradurre “accanto a lui“, e che perciò indica un rapporto quasi di ospitalità, di condivisione con qualcun’altro. Ecco, questo intreccio ci fa percepire che quella con Dio non è una relazione statica, ma un rapporto armonioso di un Dio che si fa sia intimo, sia vicino; sia interiore, sia esteriore; in termini affettivi e relazionali potremmo dire che Dio è per noi Padre, Sposo, ma anche Fratello, perché in questa relazione noi ci siamo totalmente intrecciati anche affettivamente! E lo Spirito santo ci fa vivere in questo ritmo relazionale con Dio e ci stabilisce in Lui, ma non in modo statico! In un movimento che assomiglia a quello del cuore, che ci porta dentro e fuori e che ci fa sentire la vita di Dio nella nostra esistenza.  Accogliamo allora oggi questo annuncio dello Spirito Santo che ci promette una vita che pulsa!  Accogliamolo come ha fatto Maria, rendendo viva in noi e fuori di noi questa profonda relazione d’amore che ci spinge dietro a Gesù e ci fa vibrare il cuore donandoci la pace e la gioia di sentirci tutti uniti in Gesù, Sposo e Fratello di questa nostra povera umanità. Ascoltiamo e meditiamo il Santo Vangelo di questa VI domenica di Pasqua:

Gv 14,23-29

“Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato. Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: “Vado e tornerò da voi”. Se mi amaste, vi rallegrereste che io vado al Padre, perché il Padre è più grande di me. Ve l’ho detto ora, prima che avvenga, perché, quando avverrà, voi crediate.

 

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici.

Per contattare la teologa Di Berardino scrivere a: giuliva.diberardino@gmail.com

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