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La teologa Giuliva Di Berardino* commenta (in versione testuale e audio) il Vangelo del giorno.
Ecco l’audio

Ecco il testo

San Valentino

Lc 10, 1-9

Dopo questi fatti il Signore designò altri settantadue discepoli e li inviò a due a due avanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: “La messe è molta, ma gli operai sono pochi. Pregate dunque il padrone della messe perché mandi operai per la sua messe. Andate: ecco io vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né bisaccia, né sandali e non salutate nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: Pace a questa casa. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché l’operaio è degno della sua mercede. Non passate di casa in casa. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà messo dinanzi, curate i malati che vi si trovano, e dite loro: Si è avvicinato a voi il regno di Dio.”

In questo Vangelo di oggi troviamo diversi punti interessanti per avanzare nella nostra vita cristiana di tutti i giorni. Innanzi tutto impariamo come la vita cristiana sia un invio quotidiano a partecipare alla missione di Gesù nel mondo, attraverso la Chiesa. Nel Vangelo vediamo Gesù che sceglie e, è scritto ” designa altri 72 discepoli”, per dire che la chiamata missionaria del Signore a evangelizzare, comporta una disponibilità a lasciarsi precedere, come fa Gesù. Gesù stesso, infatti, non và Lui per primo, ma si lascia precedere da persone designate che invia non perché hanno delle qualità particolari, ma perché semplicemente si lasciano designare da Gesù. Il verbo anadeiknumi , che in latino e italiano è tradotto come “designare”, in greco significa “mostrare davanti a tutti innalzando” e porta dentro di sè l’azione dell’innalzare, come, nella Bibbia, si innalzavano le offerte, oppure i bambini maschi all’ottavo giorno dalla nascita, dopo la circoncisione. Chi si lascia innalzare, dunque, potremmo dire che si lascia offrire, si consegna alla missione che il Padre dona al Figlio e che il Figlio comunica a ciascuno di noi, attraverso lo Spirito Santo. Ciascun battezzato, allora, partecipa alla missione di Gesù. Perciò il Vangelo è come se ci dicesse che in questi 72 discepoli inviati e designati, ci simo anche noi.  Siamo anche noi mandati “avanti” a Gesù, perché sappiamo che il compimento di ogni vita è riconoscerci tutti in Gesù come fratelli tra noi e figli di Dio. Infatti nel Vangelo Gesù invia i suoi discepoli “a due a due”, cioè nella comunione. Dio non è esclusivo, se sceglie una persona, la riconosce e la chiama per nome, ma lo fa perché in quel riconoscimento tante persone possano riconoscere che la paternità di Dio è per tutti gli esseri umani, nessuno escluso! La comunione è il senso della missione di evangelizzazione, perché la missione di Gesù nasce dalla preghiera. Tutti partecipiamo allora alla missione di Gesù, tutti siamo designati da Dio, cioè riconosciuti come figli da Dio stesso quando ci lasciamo accogliere e quando condividiamo i doni che Dio ci fa. E oggi il Vangelo ci esorta: se ognuno di noi avverte nel cuore che c’è un desiderio di pace e di bene seminato nella profondità degli uomini e delle donne che conosciamo, che incontriamo e che sono parte della nostra vita, allora anche noi, in questo giorno, possiamo essere riconosciuti come suoi discepoli missionari ed evangelizzatori. Allora oggi invochiamo lo Spirito Santo che ci doni la gioia di essere evangelizzatori dell’amore di Dio, che è capace di unire e non di dividere, di liberare e non di giudicare! Mettiamoci sotto la protezione di San Valentino, antico vescovo e martire di Terni, partono degli innamorati. Che questo santo vescovo ci faccia sentire nel cuore l’urgenza di prendere parte ancora di più alla missione di Gesù, senza scoraggiarci! Ci conceda che, col nostro esempio e la nostra gioia di vivere con Cristo, portiamo un nuovo modo di stare al mondo: quello dell’amore, che ci ha insegnato Gesù. Buona giornata!

* Giuliva Di Berardino è insegnante di Religione Cattolica nella scuola pubblica. Laureata in Lettere Classiche a Roma, ha poi conseguito il Baccellierato in teologia presso la Pontificia Università Antonianum di Roma e la Licenza in teologia liturgica presso l’Istituto di Liturgia Pastorale di Padova. Attualmente è dottoranda nello stesso Istituto. Consacrata nell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, mette a servizio della Chiesa la sua esperienza nella danza biblica e nella preghiera giudaico-cristiana guidando laboratori di danza e preghiera, dedicandosi all’evangelizzazione di strada e all’accompagnamento dei giovani. In seguito ai diversi interventi sulla teologia del corpo e della danza e ai numerosi laboratori svolti in Italia e in Europa, di recente ha pubblicato il libro “Danzare la Misericordia”, ed. dell’Immacolata, in cui descrive una vera e propria spiritualità della danza di lode, a partire dalla Bibbia. E’ anche pedagogista del movimento e guida di esercizi spirituali per giovani, religiosi e laici. E’ autrice di un blog dal titolo “Teologia e danza, Liturgia e vita” in cui condivide ogni giorno la meditazione del Vangelo nella rubrica “La Parola danza la vita”.

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