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Che fine ha fatto il noto sacerdote gesuita egiziano padre Samir Khalil Samir? Da circa sette giorni, il famoso islamologo, teologo e docente al Pontificio Istituto Orientale di Roma, nei pressi di Santa Maria Maggiore, ha cambiato aria e si trova in Egitto, ormai definitivamente.

E’ al Cairo presso la residenza- scuola dei gesuiti chiamata College de la Saint Famile, dove peraltro egli è  stato dal 1943 al 1955, mentre ha insegnato al Pontificio Istituto Orientale per 42. La nuova sede del Cario si trova spalmata in tre parti: Faggala, Heliopolis e Daher. E’ un trasferimento che lascia per  lo meno perplessi ed inaspettato visto che lo stesso padre Samir non aveva cambiato i piani estivi, accettando il solito invito ad aiutare in una parrocchia della Germania.

Il noto sacerdote in numerose interviste e conferenze, pur ribadendo sempre la sua fedeltà al Papa, non ha nascosto perplessità ed anche garbata contrarietà sull’ approccio all’islam del pontefice. Inoltre, padre Samir è molto apprezzato e lo è stato anche in passato, dal Papa emerito Benedetto XVI in tema islam. Insomma, è  stimato da  Benedetto XVI.

La Fede Quotidiana è riuscita a contattare Padre Samir Khalil Samir nella sua residenza, nonostante l’ atteggiamento poco collaborativo della Curia Generalizia dei gesuiti e dello stesso istituto.I sacerdote, nelle sue risposte, non alza affatto i toni, ma traspare un pizzico di amarezza: “Ho formato persone che possono continuare il mio insegnamento a modo loro”.

La sintesi, ci pare tutta in quel “a modo loro”. Il sacerdote dice: ” Pensavo di andare a Beirut dove si trova il Cedrac ed ho la biblioteca personale, ma è venuta anche la proposta di andare al Cairo dove è più facile trovare collaboratori che in Libano. Per me è una grazia ritrovare il  mio Paese dopo 50 anni di assenza e vorrei finire li i miei giorni”.

Precisa  come è venuta questa decisione: “Il Superiore Provinciale dei gesuiti ( quello del Medio oriente , libanese n.d.r.), in comune riflessione con me, ha deciso di mandarmi al Cairo avendo esaminato la proposta Beirut, tenuto conto di vantaggi e svantaggi”. Nessuna polemica da parte di padre Samir che dice: ” Io sono contento ovunque, mi lascio guidare dalla Provvidenza Divina”. In ogni caso il sacerdote ha in programma a breve viaggi in Austria, Spagna, Portogallo, Polonia e la stessa Italia. La chiave di volta? Quella espressione ” a modo loro” relativa al’ insegnamento.

E da sette giorni un raffinato sacerdote ed intellettuale, critico col Papa sull’islam e relativi rapporti, ma soprattutto amato e stimato da Benedetto XVI, è lontano da Roma, in Egitto. Definitivamente

Bruno Volpe

2 pensiero su “ESCLUSIVO – L’islamologo di Benedetto XVI trasferito al Cairo”
  1. Ma perche’ Trasferirlo proprio al Cairo? In un paese msulmano si sa che chi ha scritto quel che ha scritto il gesuita rischia la vita. A meno che non vi sia stato mandato proprio per questo.

  2. Caro Renato,
    Nessuno mi ha trasferito al Cairo, oppure abbia cercato di mandarmi via. Io sono Egiziano e fra due mesi avrò 80 anni. Ho insegnato a Roma, al Pontificio Istituto Orientale, per 42 anni. Ho pensato allora tornare in Oriente per realizzare un progetto che mi sembrava utile: raccogliere tutti i miei articoli sparsi nel mondo (tra 1500 e 2000), scritti in varie lingue (arabo, francese, italiano, inglese e tedesco), oltre alle traduzioni fatte da altri (spagnolo, polacco, ceco, ecc.), classificarle e pubblicarle in una seria di “Opera Minora”. Per questo scopo avevo bisogno dell’aiuto di una segretaria per raccogliere questo materiale con Google, mentre avrei fatto la classifica e i ritocchi. Esitavo tra Beirut e il Cairo, e ho preferito l’ultima soluzione per motivi pratici (economici) e per tornare in patria.
    Inoltre, spero di poter creare un progetto ecumenico per la ricerca sul patrimonio arabo dei Copti, insieme alla Facoltà di Teologica copta ortodossa e del Facoltà Evangelica (che mi ha chiesto d’insegnare da loro) e con i due Istituti Cattolici di teologia.
    Quanto al PIO, era ovvio che avendo superato da molto l’età per insegnare ed avendo formato due altri gesuiti presenti a Roma capaci di prendere la successione, la mia partenza non poneva problemi. Inoltre, è inteso che tutte le volte che passerò per Roma, alloggerò nel mio Istituto, cioè il PIO. La proposta del trasferimento era mia, approvata dal Superiore del Medio Oriente e appoggiata dai Padri d’Egitto! Quanto al rischio, non temo gran ché. L’Egitto è tranquillo, anche se ci sono dei fanatici, ma pochi considerando i 96 milioni di abitanti! E comunque la Provvidenza divina c’è.

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