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Cristiani ancora sotto attacco in Siria. Un’esplosione ha colpito una città nel nord-est del Paese, nei pressi di una chiesa.

Secondo quanto riferisce l’agenzia Ansa, la deflagrazione è stata causata da un’autobomba lasciata vicino alla chiesa della Vergine Maria di Qamishli.

La città è uno dei centri urbani più importanti della regione controllata dalle forze curde.

Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), l’esplosione ha causato un numero imprecisato di morti e almeno 11 feriti. Lo Stato Islamico, riferiscono media siriani, ha rivendicato la paternità dell’azione terroristica.

Un’altra autobomba è esplosa ad Afrin, nel nord-ovest della Siria, causando la morte di 15 persone, di cui almeno 8 civili.

La Gran Bretagna e la Francia, intanto, hanno accettato di inviare nel Paese truppe supplementari, su richiesta degli Stati Uniti per consentire alle truppe americane di ritirarsi.

“Vittime della situazione”, scrive VaticanNews, “sono soprattutto i più piccoli”. Secondo quanto ha riferito l’Ondus, “circa 50 minori, molti dei quali bambini e neonati, sono morti nelle ultime settimane per stenti e mancanza di cure mediche in un campo profughi nell’est della Siria. Si tratta del centro di al Hol, vicino al confine iracheno, con oltre 70 mila persone per la maggior parte provenienti da zone in passato controllate dall’Isis”.

 

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