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Charlie ChallengeIn una scuola media di Cerea, un comune in provincia di Verona, in almeno due classi dell’Istituto, alcuni studenti hanno pensato bene di mettersi ad invocare lo spirito di un demone, attraverso il Charlie Charlie Challenge, spaventando i loro compagni di classe. Una situazione che, come riferisce il dirigente scolastico, «ha convinto una mamma a recarsi a scuola per lamentarsi perché il figlio maggiore ha fatto spaventare il più piccolo praticando questo fantomatico rito a casa». Tutto ciò ha portato il preside ad emanare una circolare. «Si informano i genitori – scrive il preside – che in questi ultimi giorni sta spopolando tra i loro figli un nuovo “gioco” preso da internet, in cui simulano una seduta spiritica. Molti ragazzi lo hanno sperimentato anche a scuola, generalmente al cambio dell’ora di lezione, creando nei compagni più sensibili paura ed angoscia. Si avvisano, perciò, alunni e genitori che nel caso si ripresentasse a scuola la stessa problematica, verranno presi provvedimenti disciplinari». La scelta del dirigente scolastico è stata pienamente condivisa dagli insegnanti. I professori ogni giorno controllano gli studenti affinché non accadano episodi spiacevoli.
Il Charlie Charlie Challenge è un’evocazione del demone ‘Charlie’, un rito preso da internet, dove impazza da alcune settimane e che all’estero avrebbe addirittura fatto finire all’ospedale degli adolescenti. Il rito consiste nel dividere un foglio in quattro parti con due matite incrociate. Su due quadranti si scrive «sì» e negli altri due «no». A questo punto si invoca lo spirito Charlie, con una formula apposita, e gli si pongono le domande più varie. Il demone dovrebbe rispondere, sempre secondo il «gioco», facendo muovere le matite e spostandole verso le risposte affermative e negative. In una testimonianza raccolta, una signora dice: “mia nipote, con i suoi compagni di classe hanno fatto durante la ricreazione il Charlie Charlie Challenge, e quando hanno chiesto se fosse tra di loro un compagno da poco venuto a mancare, la matita si é spostata. Uno di loro é stato male perché aveva mal di schiena e improvvisamente sentiva una mano fredda sulla spalla. I genitori lo hanno portato a chiacchierare con il nostro sacerdote. E il ragazzo sembra si sia tranquillizzato. A mia nipote invece é rimasta una grande paura. Questa mia testimonianza spero possa servire ad allontanare i ragazzi dal fare follie inconsapevolmente”.
Charlie Charlie Challenge sembra provenire da una antica tradizione messicana. In pratica è una seduta spiritica semplificata, in quanto per evocare un demone si utilizza solo un foglio di carta e due matite. Così, i ragazzi si ritrovano ad evocare spiriti demoniaci nelle abitazioni, nelle scuole o in altri luoghi dove si dilettano a provare questa “ebbrezza” senza minimamente immaginare che cosa scatenano, che cosa potrebbe accadergli. Generalmente nelle evocazioni, chi fa muovere qualcosa è sempre un demone che, siccome è stato chiamato, rimarrà nell’abitazione producendo una serie di disturbi tali che, non è da escludere, si debba poi ricorrere all’esorcista.
La Chiesa Cattolica sta cominciando a muoversi per mettere in guardia i giovani. A Sassuolo, per esempio, l’esorcista don Ermes Macchioni, ha fatto distribuire fuori da alcune scuole, un volantino che mette in guardia i genitori. “Chi potrebbe nascondersi in Charlie?”, è il titolo del testo, in cui don Ermes cita numerose letture bibliche e non, in cui si parla della manifestazione del maligno.
Don Ermes non ritiene che il Charlie Charlie challenge sia una vera evocazione del demonio con risultato certo, ma mette in guardia contro l’idea di “convocare” gli spiriti. «Il demonio – dice – non perde tempo a giocare con noi né a lui interessa giocare alla nostra maniera; ma se è impensabile che giochi candidamente con noi, perchè troppo impegnato alla caccia delle nostre anime, chi potrebbe nascondersi realmente in Charlie se non proprio lui?». Don Ermes cita Allan Kardec, «colui che diede coerenza sistematica alla dottrina dello spiritismo ottocentesco», secondo cui gli spiriti ci dicono: “Quando tendete la mano per avere poteri occulti, anche senza invocarci, la vostra è un’invocazione implicita”. E aggiunge, da Tertulliano, che «quando si interrogano i defunti rispondono i demoni». Insomma, secondo don Ermes, giocare a Charlie non è senza conseguenze: «Anche se fatto con l’intento del gioco, Charlie si presenta per gli spiriti come invocazione implicita a farsi avanti. E potrebbe, sottolineo potrebbe, accadere di tutto». Anche a distanza di molti anni: «Nella mia esperienza di esorcista, ho avuto molti casi di persone che giunte a trenta o quarant’anni, si sono ritrovate con problemi spirituali a causa di sedute spiritiche vissute per gioco in età adolescenziale o giovanile. Perchè rischiare di condizionare il proprio futuro con Charlie?».
Matteo Orlando
4 pensiero su “Charlie Challenge nelle scuole, famiglie e sacerdoti preoccupati”
  1. suggerisco di non mettere illustrazioni suggestive. Qui per esempio, sarebbe meglio non illustrare il “campo di gioco” di codesto giochetto pericoloso. Nell’articolo sulle dimissioni del cardinal Leonard, sarebbe meglio non mostrare le autrici di quello sconcio episodio.

    1. non credo che chi si prende la briga di digitare le parole necessarie per visitare un sito cattolico abbia come primo interesse di impare a fare quei giochetti diseducativi e pericolosi, vuole semplicemente informarsi su cosa accade.
      Non vedo pericoli, almeno per coloro che qui o in un altro sito di informazioni di ispirazione cattolica trovano determinate immagini.

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