“La triste vicenda della soppressione della vita del piccolo Charlie Gard” mostra “come la nostra civiltà si stia avviando verso una pericolosa china, nel momento in cui il riconoscimento della dignità inalienabile della vita, e quindi la sua difesa, viene soppiantato dal giudizio circa la qualità della vita, una qualità il cui grado viene stabilito dallo Stato, nelle sue diverse istituzioni”.

Lo ha detto il cardinale arcivescovo di Firenze, Giuseppe Betori, nell’omelia della Messa celebrata ieri, solennità dell’Assunzione della Beata Vergine, nella cattedrale di Santa Maria del Fiore. Prospettive, ha osservato, “che sgomentano e che dovrebbero provocare un sussulto di umanità se non si vuole cedere alla cultura dello scarto”.

Per Betori “diventa allora importante chiederci come concretamente deve lasciarsi illuminare la vita dell’uomo dall’orizzonte trascendente che gli dona il suo ultimo significato. A questo la liturgia risponde nella pagina del Vangelo con il cantico della Vergine, in cui la vicenda del mondo viene interpretata con gli occhi di Maria, e quindi con gli occhi di Dio”. Soffermandosi sulla “cultura dell’assoluta immanenza” e sulla “dittatura del relativismo”, Betori ha spiegato che dove “la rottura tra immanenza e trascendenza manifesta le sue più tragiche conseguenze è a riguardo del valore della vita umana”.

Se questa, infatti, “è priva di ogni riferimento che vada oltre la sua esistenza temporale, ne diventa possibile ogni manipolazione e il suo stesso abbandono, la sua distruzione. Se l’umano non ha un valore in sé – il monito del porporato – le sue condizioni diventano la discriminante per affermarne l’accettabilità”. (SIR)