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“Messa  a punto”: si chiama così l’ interessante saggio da poco scritto e pubblicato dal noto ed affermato Maestro e musicista Aurelio Porfiri. E’ una bella raccolta dei sui scritti apparsi su La Fede Quotidiana  e sulla rivista Liturgia Culmen et Fons. In poche parole, è una sorta di antologia che  fa il punto sullo stato attuale della liturgia con un occhio di riguardo, naturalmente, alla musica sacra. Ne è venuto fuori un lavoro di assoluto pregio. Abbiamo intervistato il Maestro Aurelio Porfiri.

 Maestro Porfiri, ci spieghi l’ origine del titolo..

“Ho usato un gioco di parole, prendendo a prestito un termine che si usa con le auto o mezzi tecnici, o  altri strumenti, la messa a punto”.

Su che cosa?

“Sulla situazione odierna della liturgia cattolica. E’ una raccolta di quello che ultimamente ho pubblicato sul sito La  Fede Quotidiana e Liturgia Culmen et Fons. Lo ho fatto senza la pretesa del tecnico e dell’ addetto ai lavori, per la semplice ragione che non sono un vero liturgista e non mi ritengo tale. Ho preferito usare un modo informale, facile,  talvolta persino ironico, ma non irrispettoso, certamente divulgativo”.

Non si  butti giù. Non è un liturgista di carriera, ma ne capisce e soprattutto un  eccellente Maestro e musicista. Qual è lo stato della liturgia secondo Porfiri?

“La situazione è  complessa. Non è arrivato quello che lo stesso Vaticano II prevedeva e  voleva. Il Concilio, basta leggere i suoi documenti, non invocava sciatteria, anzi chiedeva un aumento del rispetto del tesoro della fede e della tradizione, persino nel rinnovamento liturgico. Tanto non è accaduto, almeno nel campo musicale. Anzi ritengo sia successo spesso l’ esatto contrario. Si è  passati alle esibizioni commerciali”.

Secondo il Maestro Porfiri, qual è la qualità delle musiche che si ascoltano nelle parrocchie?

“Non buona.  Questo accade perchè, per svariati motivi, ci si affida al volontariato e non a professionisti. Io non ho nulla contro il volontariato, sia chiaro. Il problema, infatti, non è il volontariato, ma quello non qualificato e inappropriato al ruolo. A questo ai aggiunga l’ ignoranza musicale presente in buona parte del clero”.

Vi è un  nesso tra musica e liturgia?

“Certo. Vanno di pari passo, condividono lo stesso scopo, dare gloria a Dio e santificare degnamente. Una buona musica arricchisce la liturgia”.

In caso di cattiva musica, secondo il maestro Porfiri è preferibile celebrare senza di essa?

“Sì. Molto meglio una messa senza musica che accompagnata da roba sciatta o cattiva. L’ accompagnamento musicale ha un suon senso solo realmente adeguato al mistero che si va a celebrare. In caso contrario, disturba”.

Bruno Volpe

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