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La Fede Quotidiana ospita il breve commento del giovane teologo Matteo Orlando* alle liturgie (Liturgia delle Ore e Liturgia della Parola) di oggi.

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Nella liturgia di oggi, 14 Marzo 2018, mercoledì della IV settimana di Quaresima, la Chiesa ci spiega, attraverso passi evangelici tratti da san Giovanni (Gv 5,17-30) che Nostro Signore Gesù Cristo, operando a favore dell’uomo, ci rivela il volto del Padre, che è per noi insondabile potenza, ma anche tenerezza, provvidenza e vita.

Gesù ha in sé la forza della vita e della risurrezione. Egli è il figlio prediletto di Dio, e Dio chiede che gli siano resi gli onori dovuti a Dio. Se crediamo che Gesù Cristo è veramente entrato nella storia dell’umanità quando il Verbo di Dio si è fatto uomo e il Padre ci ha mostrato il suo amore dandoci suo Figlio, se ci rimettiamo nelle mani di Gesù Cristo e collaboriamo fattivamente al suo Regno con fede ed opere, allora usciremo dalla morte ed entreremo nella vita. In tal modo, invece di essere giudicati troveremo la misericordia e diverremo figli di Dio. Tuttavia, disgraziatamente, noi possiamo rifiutare questo dono, possiamo cedere a Satana e al male che è in noi, e non volere la salvezza portata dal Messia. In questo caso ci sottomettiamo volontariamente al giudizio di Gesù Cristo.

Il santo abate Massimo il Confessore, nella sua Lettera 11, ci ricorda che «Tutti i predicatori della verità, tutti i ministri della grazia divina e quanti dall’inizio fino a questi nostri giorni hanno parlato a noi della volontà salvifica di Dio, dicono che nulla è tanto caro a Dio e tanto conforme al suo amore quanto la conversione degli uomini mediante un sincero pentimento dei peccati. E proprio per ricondurre a sé gli uomini Dio fece cose straordinarie, anzi diede la massima prova della sua infinita bontà. Per questo il Verbo del Padre, con un atto di inesprimibile umiliazione e con un atto di incredibile condiscendenza si fece carne e si degnò di abitare tra noi. Fece, patì e disse tutto quello che era necessario a riconciliare noi, nemici e avversari di Dio Padre. Richiamò di nuovo alla vita noi che ne eravamo stati esclusi. Il Verbo divino non solo guarì le nostre malattie con la potenza dei miracoli, ma prese anche su di sé l’infermità delle nostre passioni, pagò il nostro debito mediante il supplizio della croce, come se fosse colpevole, lui innocente. Ci liberò da molti e terribili peccati. Inoltre con molti esempi ci stimolò ad essere simili a lui nella comprensione, nella cortesia e nell’amore perfetto verso i fratelli. […] egli venne per ricuperare l’immagine divina deturpata dal peccato. […] Cristo è il buon samaritano dell’umanità. […] Insegnandoci la giustizia e la bontà di Dio, ci comanda: Siate santi, siate perfetti, siate misericordiosi come il Padre vostro celeste (cfr. Lc 6, 36)».

Come hanno fatto i beati (Tommaso Vives, Giacomo Cusmano, Filippo da Torino, Eva, Arnaldo) e i santi (Matilde di Germania, Lazzaro di Milano, Leobino di Chartres, Paolina, Innocenzo di Verona, Giovanni di Genova, Leone, Alessandro di Pidna) ricordati questo 14 Marzo di Quaresima.

*Matteo Orlando, laurea in Giurisprudenza e Licenza in Teologia Spirituale, è giornalista pubblicista e autore dei volumi Faithbook: La fede cattolica nel tempo dei conigli e Sotto attacco: La scure di revisionisti e censori sui beati e i santi.

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